Da Fossati all’Inducks:
storia di un database dei fumetti Disney italiani

Il mese di Aprile 1982 è una data storica per gli appassionati dei fumetti Disney Italiani. Usciva allora (a cura di Gianni Bono e Alfredo Castelli) il primo numero della nuova serie di "IF", e su questo un corposo dossier di 44 pagine intitolato "Disney Made in Italy", nel quale Franco Fossati forniva i nomi degli autori ed altre informazioni per tutta la produzione italiana di fumetti apparsa fino a quel momento su "Paperino" e "Topolino". Nel numero successivo il dossier veniva completato con i dati relativi agli "Albi d’Oro", all’"Almanacco Topolino" e ad altre testate minori.

"Un prezioso strumento di lavoro", commentava Topolino stesso in un riquadro a pagina 66. Ma si trattava in realtà di molto, molto di più. Se infatti i dati sui titoli delle storie, i soggetti, i personaggi avrebbero potuto essere raccolti (con molta pazienza e una ricca collezione...) da qualunque appassionato, le informazioni sugli autori (sceneggiatori e disegnatori) non erano fino a quel momento disponibili fuori di una ristretta cerchia collegata alla casa editrice (a quei tempi, la Mondadori). I dati forniti da Fossati consentivano per la prima volta a tutti gli appassionati di associare un nome a quegli stili di disegno che (forse) erano faticosamente riusciti ad identificare, ed alle sceneggiature, ancor più difficili da catalogare.
Qualche anno dopo, nel 1986, sul colophon di ciascun numero di "Topolino" nell’elenco (fino a quel momento indistinto) dei "collaboratori" vengono evidenziati gli sceneggiatori e i disegnatori delle storie di quel numero; finché (sostanzialmente col passaggio alla Walt Disney della gestione delle pubblicazioni) nella tavola iniziale di ogni storia italiana sono indicati i nomi degli autori (stranamente ciò non avviene ancora a tutt’oggi per le storie di produzione estera, tranne che per la prestigiosa testata "Zio Paperone"). Dal 1937 (anno di produzione della prima storia "italiana", "Paolino Paperino e il mistero di Marte") ci sono voluti 51 anni perché i nostri autori ricevessero pieno ed evidente riconoscimento per le loro storie disneyane.

Ma torniamo al dossier di Fossati. Sessantaquattro pagine fitte di dati sono un tesoro, ma non poi così facilmente gestibile. Su quale numero di "Topolino" uscì la storia con Codino, cavallo marino? In quale storia fa la sua prima apparizione OK Quack? Le informazioni ci sono nel dossier di Fossati, ma per trovarle bisogna sfogliare tutte le pagine con molta attenzione. Per questo motivo quando cinque anni fa una visita a Lucca Comics mi permise finalmente di entrare in possesso, allo stand della Epierre, dei mitici numeri di "IF" del 1982 (di cui da tempo avevo sentito parlare), pensai subito di trasferire i dati in forma elettronica per poterli consultare con un word processor. Non possedevo ancora uno scanner, ma (grazie a un numero molto più recente di "IF" acquistato nella stessa occasione) ero entrato in contatto via Internet con un gruppetto di appassionati disneyani in tutto il mondo, e fu facile trovare il necessario aiuto per realizzare l’impresa.

Non sapevo ancora che la traduzione in versione elettronica dei dati di Fossati costituiva solo l’inizio di una coinvolgente e divertente avventura. Nello stesso gruppo di appassionati c’era un giovane olandese, Harry Fluks, con la folle idea di creare un database mondiale che raccogliesse le informazioni su tutti i fumetti Disney. È chiaro che le informazioni di Fossati risultavano preziose in quel contesto… ma c’erano due problemi. Il primo, il formato dei dati: quello ricavato dal dossier di Fossati andava opportunamente tradotto. Il secondo, i diritti di autore: il database di Fluks nasceva pubblico e gratuito, mentre il lavoro di Fossati era evidentemente sua proprietà. Fu per fortuna abbastanza facile risolvere entrambi i problemi: la "traduzione" venne curata con un apposito programma dal "filologo disneyano" ed esperto informatico Francesco Stajano (un italiano che vive e lavora in Gran Bretagna); e il permesso di pubblicare le informazioni su Internet, con l’unica ovvia condizione di accreditarne la fonte, ci fu concesso da Fossati stesso attraverso Gianfranco Goria.

L’improvvisa e prematura morte di Fossati, pochi mesi dopo, ci tolse ogni speranza che egli potesse continuare l’opera di catalogazione delle storie disneyane di autore italiano. Ma nel frattempo, come ho già detto, la Walt Disney Italia, nuova editrice delle testate disneyane, aveva iniziato ad indicare con chiarezza i nomi degli autori; si trattava soltanto di prenderne nota ed organizzare i dati proseguendo il lavoro di Fossati. Così, con l’aiuto di tanti amici (tutti conosciuti via Internet!) sto portando avanti l’indice delle storie Disney italiane, non solo tenendolo aggiornato via via che escono nuove storie (e vengono ristampate le vecchie: infatti il nostro indice segnala per ogni storia anche tutte le ristampe non amatoriali!) ma anche correggendo continuamente gli inevitabili errori presenti nel dossier di Fossati.
Già, perché Fossati ricavava le informazioni sugli autori dalle note di pagamento della Mondadori. Ma talvolta accadeva che una storia commissionata ad un disegnatore venisse da questi "girata" ad un amico; questo secondo è il vero autore, mentre le note di pagamento (e di conseguenza Fossati) indicano il primo. Molti disegnatori oggi famosi hanno iniziato come "ombra" di un collega; questo è uno dei dati curiosi ed interessanti che si rilevano dall’indice aggiornato. Le "prime storie" di Cavazzano, Asteriti, Scala, Amendola, Massimo De Vita sono infatti attribuite da Fossati rispettivamente a Scarpa, Gatto, Bottaro, Bordini, Pier Lorenzo De Vita.

Esistono poi ben precise zone oscure nelle quali è un’impresa addentrarsi. Poco ahimé sappiamo sul periodo tra il 1982 (l’anno a cui arriva il lavoro di Fossati) e il 1986 (quando cominciano le indicazioni ufficiali dei nomi degli autori): sono gli "anni bui del Medio Evo". E poco sappiamo sugli autori che hanno riscosso il proprio compenso non direttamente ma tramite uno "studio" o "staff": sia Fossati che le indicazioni ufficiali sui giornalini scrivono "Bargadà" per indicare i lavori pagati allo "Studio Recreo" (ma raramente il disegnatore è davvero Francisco Bargadà); e scrivono "Staff di IF" per indicare collettivamente un gruppo di autori che solo recentemente (e non sempre) vengono precisati.

Il recente proliferare delle testate disneyane non ci aiuta poi nella nostra impresa; e inevitabilmente alcune di queste (Minni & C., Paperinik) riusciamo a coprirle solo in parte, altre addirittura (Cip & Ciop, Amici di Zampa…) ci sfuggono del tutto. È chiaro dunque che ogni contributo è accolto con entusiasmo: se potete aiutarci in qualche modo, per favore scrivetemi all’indirizzo e-mail

il mio indirizzo e-mail

L’indice delle storie Disney italiane è ormai completamente integrato nel database mondiale, che ha preso il nome di "progetto Inducks". Il nostro lavoro è disponibile su Internet e il suo uso è completamente gratuito nel rispetto di alcune condizioni generali di uso, che arbitrariamente riassumo qui nei due punti principali: chi usa i nostri dati deve citare sempre la fonte facendo riferimento all’indirizzo http://www.fumetti.org/Inducks oppure (per le storie di produzione italiana) all’indirizzo http://marcobar.outducks.org/DisneyIndex/indice.html e deve consentirci di inserire a titolo gratuito nel nostro database ogni e qualsiasi correzione e aggiunta che possa aver fatto.
Navigando dalle pagine sopra citate, si raggiungono facilmente: il testo completo della licenza d’uso, l’elenco di tutti i collaboratori al progetto, e inevitabilmente tante tante pagine di interesse fumettistico: siete tutti invitati.